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Angera
Il 141Tour sarà qui il 27 luglio






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Oggi con Michele Mancino, esploriamo e raccontiamo la bella Angera, alla ricerca dei temi di Expo sul territorio: cibo e agricoltura, ma anche ospitalità, tutela dell'ambiente, valorizzazione del territorio, arte e cultura.
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Siamo ad Angera o meglio siamo nella "Città di Angera" titolo che le è stato conferito nel 1957
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Vista di Arona dalla stazione traghetti. Ecco perché i turisti stranieri amano il Lago Maggiore
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Il tema di Expo2015 è nutrire il pianeta. Ad Angera si mettono a disposizione le posate
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Stiamo andando in Comune dove ci attende l'assessore Marzetta, ma prima guardate che meraviglia il lungolago
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Gianpiero e Valentino seguono queste oche fin da piccole e tutti i giorni gli garantiscono un pasto. Anche così si nutre il pianeta
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Marco ed Elvira sono i due capi delle oche. Già, dopo anni di pranzi condivisi con questi splendidi volatili, Valentino e Gianpiero li chiamano per nome
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Il consigliere Michele Cauteruccio consigliere delegato alla viabilità e beni del Comune. "Siamo abituati al turismo degli stranieri, Expo però è stato un incentivo perché qui i turisti bisogna portarli, non passano per caso. Siamo i dirimpettai di Arona e i vicini di Sesto, da lì invece si passa per forza"
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Simone Franceschetto nella doppia veste di segretario del Partito Democratico di Angera Ispra e Ranco e chitarrista del gruppo Lambrusco tributo a Ligabue che suonerà domenica durante la Notte Bianca
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Lorenza Marzetta, assessore al Commercio e alla Sicurezza: "Il comitato commercianti, I Love Angera, si è organizzato in collaborazione con noi, garantendo aperture serali ogni venerdì, con varie iniziative e musica. Sono aumentate le vendite e l'afflusso di turisti. E chi non poteva tenere aperto si è impegnato a tenere accese le luci. Insomma, un grande gioco di squadra che ci dà molta soddisfazione".
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Lorenza Marzetta:"Il distretto del commercio è un'iniziativa interessante. Noi seguendo la via scelta dai nostri vicini di casa, come Sesto Calende, abbiamo chiamato il nostro comitato "I Love Angera" . Per la Notte Bianca il Comitato ha coinvolto le due associazioni "Cultura Giovani "e 'Giovani per Angera". La sinergia è il nostro metodo di lavoro"
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In una città turistica per le forze dell'ordine c'è sempre molto da fare. Se poi in una settimana ci sono: una gara ciclistica internazionale, un matrimonio blasonato di una giovin nobildonna della famiglia Borromeo e una notte bianca, allora diventa un superlavoro. Così Claudio Furiga comandante della polizia locale: "Ringrazio l'amministrazione per il supporto e la collaborazione, ma soprattutto ringrazio i miei colleghi uno per uno perché se lo meritano: Claudio Ficarra, Alessandro Francioso, Gianluca Risi Alberto Terzi e la nostra segretaria Antonella Gambino per il grosso lavoro svolto e con un tasso di assenteismo pari a zero. Una vera squadra"
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Siamo da Mirko Merighi calzolaio innovativo e vicepresidente dell'associazione nazionale calzolaio2.0
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Il nostro lavoro in questi anni è cambiato a partire dai materiali fino ai processi produttivi. E il calzolaio deve stare al passo con i tempi se vuole continuare a fare riparazioni. Per esempio, oggi ci sono collanti che un tempo erano destinati solo all'industria. Ci sono le pistole termiche, essiccatori, aspiratori che bisogna saper utilizzare. Mio padre utilizzava un solo tipo di colla e non avrebbe mai riparato una scarpa tecnica come può essere quella sportiva.
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La manutenzione continua porta alla durata di una scarpa e forse in questo modo si riesce a superare la scarsa qualità del prodotto.
"In genere -spiega Mirko - quando la scarpa diventa comoda è ora di buttarla. Compito del calzolaio è evitare questo epilogo triste per dare una mano alla sostenibilità, non solo al piede del cliente, ma anche all'ambiente, perché se si può, la scarpa non si butta" -
Mirko Merighi presidente di I Love Angera e calzolaio2.0 non è affascinato da Expo in quanto manifestazione, ma dalla piattaforma tecnologica su cui sorge l'Esposizione universale. "Spero che sia un modello per la città metropolitana"
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Gaetano Ferraro della Gelateria del Borgo: "Il gelato per essere buono deve essere fatto con materie prime eccellenti, cioè naturali. I tedeschi amano il "pistacio" e il "zitrone" ovvero il pistacchio e il limone".
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Fabrizio Zaninelli presidente di CortoMaggiore, rassegna di cortometraggi, e manager del distretto del Commercio che comprende nove comuni tra cui Angera
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«Stiamo studiando un'applicazione per il distretto del commercio. Da Expo mi aspettavo un impatto più forte, penso che ne abbia giovato di più la sponda "grassa". Un certo effetto c'è stato anche da noi anche se rimane un turismo mordi e fuggi. Il distretto ha comunque valorizzato i suoi punti di forza. Rispetto a prima c'è stato un incremento per la nostra immagine. Si percepisce una maggiore collaborazione tra i commercianti che potrebbe essere amplificata da un'azione di web marketing coerente perché il mobile è strategico perché offre un vero prodotto»
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Turisti francesi nell'ufficio del turismo: «Veniamo da Parigi e amiamo il Lago Maggiore. Angera come Ranco sono luoghi meravigliosi. È giovedì andiamo a Expo»
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«Ci sono turisti francesi, tedeschi, inglesi e americani. Ma anche australiani e vietnamiti». Rossella Gnocchi dell'ufficio del turismo è soddisfatta di come sta andando la stagione. «Noi proponiamo tour guidati, il noleggio biciclette e vendiamo i prodotti della cascina Piano. Nei giorni di afa in molti hanno preferito gite al colle di San Quirico e alla Rocca, decisamente più freschi»
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«Perché ho scelto Angera? Me lo hanno consigliato degli amici e non sono qui per Expo» dice questo turista tedesco che cerca l'ufficio turistico
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Siamo al Museo Archeologico di Angera. Ha molti reperti ed è ben organizzato, se passate da qui riservategli una tappa
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Ad Angera c'è una vera alleanza tra turismo e cultura
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In pieno stile europeo il museo ospita il MABA ovvero il Museo archeologico per i bambini."È stato pensato per rendere facilmente accessibile e comprensibili i reperti millenari esposti. Vogliamo che i bambini si sentano a loro agio e stimolare la loro curiosità, garantendo anche gli standard di accoglienza" dice Cristina Miedico responsabile scientifico del museo
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Nella foto da sinistra: Cristina Miedico e Valeria Baietti, assessore alla Cultura di Angera: "Per Expo noi siamo partiti in anticipo cioè nel 2013 con un progetto che rifletteva sugli insediamenti e le vie d'acqua da Milano alla Svizzera, organizzando conferenze e pubblicazioni con il patrocinio di Expo. Abbiamo poi riflettuto su come rendere il museo accessibile a tutti per condividere il più possibile il patrimonio di conoscenza che ha questo museo soprattutto con i bambini»
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Quella che vedete in questa foto è una Olla da dispensa cioè un contenitore dove 1500 anni fa qualcuno aveva conservato degli alimenti, in questo caso semi di segale, frumento e castagne. È stata ritrovata in una villa rustica a Cislago e la si puo' ammirare, insieme al suo contenuto pressoché intatto, nel museo di Angera. «È un ritrovamento eccezionale - spiega Miedico - che si collega agli eccezionali ritrovamenti alimentari della necropoli di Angera. Nelle tombe infatti sono stati ritrovati come rituale di offerta dei panini carbonizzati ancora intatti. Gli esperti dicono che sono paragonabili a quelli di Pompei»
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Ecco i panini ritrovati nella necropoli di Angera. Sono di tre tipi: pieni, a treccia e a scodella. «Già Plinio - spiega Cristina Miedico - aveva raccontato che il pane di questa zona, a differenza degli altri, era più morbido perché i celti, esperti nella produzione di birra, avevano insegnato alle popolazioni locali a usare il lievito di birra. La particolarità del panino a scodella è di potervi versare dentro una zuppa, perché in questo modo il pane anche molto duro si ammorbidiva. Insieme ai panificatori di Angera a settembre presenteremo la richiesta di una Deco - un prodotto a denominazione comunale di origine - per riproporre questo panino di duemila anni fa a cui abbineremo un vino dei ronchi».
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In queste provette, come in una puntata di CSI, i ricercatori che hanno condotto le analisi archeobotaniche sui semi, i pollini, le piante infestanti contenuti nella olla, hanno classificato anche quelle piante che non ci sono e si sono estinte. È molto importante questo tipo di ricerca per capire il livello di biodiversità presente nell'ecosistema di allora rispetto ad oggi
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Il museo e l'assessorato alla Cultura hanno realizzato all'interno di questa sezione dedicata agli alimenti usati nell'antichità un angolo dove i bambini posso riprodurre il ciclo della panificazione: prendono dei semi dello stesso tipo presente nella Olla, li macinano, in un sacchetto mettono la farina ottenuta e se la portano a casa per fare il loro pane. Da aprile sono iniziate una serie di conferenze ispirate proprio al profumo del pane. E sempre per i più piccoli il museo ha ideato una fiaba i cui protagonisti sono Ennius e Leios, bambini vissuti 1500 anni fa che aiutavano i loro genitori a coltivare i semi, perché per fare un pane più buono ci vuole l'aiuto di tutti.
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La coltivazione della vite e la produzione di vino ad Angera hanno una tradizione antichissima, legata da sempre all’economia della Rocca Borromeo. Ancora oggi, dal torrione del castello sono ben visibili i dolci declivi dove un tempo si coltivavano moltissime varietà d’uva, per lo più rosse, tra cui croatina, barbera, bonarda, nebbiolo, merlot, dolcetto, freisa, ciliegiolo e vespolina. Senza disdegnare vitigni bianchi dal trebbiano al riesling, passando per la malvasia e il moscato. Per farvi un'idea di che cosa rappresentava questa produzione, leggete il libro di Sergio Redaelli "Quando a Varese c'era il vino" pubblicato da Macchione Editore
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Se si parla della produzione di vino ad Angera, non si puo' non parlare di Franco Berrini, fondatore nel 2003 della Cascina Piano, insieme a 6 soci, e una delle anime della rinascita della viticultura I.G.T (Indicazione geografica tipica) dei Ronchi Varesini, i classici terrazzamenti diffusi nel Varesotto fin dai tempi di Carlo Borromeo. Il riconoscimento ufficiale è avvenuto l'11 ottobre del 2005 e quest'anno cade il decimo anniversario. «Fu un impegno preso da noi coltivatori e anche dalle istituzioni, prime fra tutte Provincia e Camera di Commercio, che finanziarono lo studio di un agronomo che veniva dall'Oltrepò Pavese che doveva ricercare tutti quegli elementi storici e fisici, cioè legati al terreno e al clima, per presentare la domanda di Igt».
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Berrini coltiva tre ettari di terreno e produce 22mila bottiglie. Uve rosse: nebbiolo, barbera, vespolina, bussanelllo, croatina, uva rara, merlot. Ma anche bianche: trebbiano, chardonnay, malvasia aromatica. «Noi non produciamo per fare volumi - dice Berrini - ma per riportare la cultura del vino che in questa terra aveva radici antichissime. La provincia di Varese non è solo industria, ma aveva una agricoltura marginale che aveva però un suo senso di esistere».
Nella foto mostra un grappolo di Nebbiolo. -
«Il movimento Igt - spiega Berrini - ha fatto da apripista ad altri prodotti tipici di alta qualità ma poco conosciuti, come le pesche di Monate, le formaggelle del Luinese o i caprini freschi della Valcuvia, solo per citarne alcuni. È un'operazione culturale a 360 gradi che rivisita le antiche produzioni utilizzando le tecnologie più avanzate».
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I vini prodotti dalla Cascina Piano di Franco Berrini hanno nomi che riprendono la tradizione territoriale: Sebuino (antico nome del borgo di Angera), San Quirico, un colle sul confine tra Angera e Ranco, Verboso Rosso che ha la stessa radice di Verbano ed si rifà anche a un'antica storiella che parla delle genti chiacchierone.
Le bottiglie non servono solo a contenere il vino, ma nella logica dell'operazione Igt devono raccontare un territorio. «Come dicevo questa è un'operazione culturale e quindi le bottiglie devono comunicare la storia di questa terra, perché nulla si inventa ma tutto si trasforma partendo da qualcosa che c'era già». Nel verboso Rosso, ad esempio, sul retro dell'etichetta si racconta la storia di una "Vegia tuntona la bala e la sona/ la va 'n du foss a rump un oss...". Naturalmente Berrini la conosce a memoria -
Il Mott Caré è un po' la perla della Cascina Piano e prende il nome dalla località dove si coltivava la malvasia aromatica. Se ne producono pochissime bottiglie per quello che viene definito il Sauternes del Maggiore. «È un vino bianco dolce ottenuto da uve bianche. È un mix precisissimo tra passito e muffato, cioè uve intaccate da muffe nobili come la botrys cinerea. Il risultato è straordinario, ma richiede una lavorazione attenta e accurata»
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Dalla Cascina Piano si gode di una vista meravigliosa ma soprattutto si puo' vedere il lato più nascosto della Rocca, quello meno fotografato. «Questa era la terra di mio nonno e di mio padre - conclude Berrini - e da qui lo sguardo fino alla Rocca un tempo incontrava solo vigneti e filari. Noi cerchiamo di non perdere quella tradizione che ha prodotto tanta bellezza»
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Da destra Matteo Iamundo, Francesco Ponti, Lucas Del Torchio, Cristian Haldan. nemmeno un secolo in quattro. Sono gli autori e i protagonisti del corto "La tartare" ispirato al tipo piatto di carne cruda, premiati al festival Corto Maggiore. Nella foto non compaiono Francesco e Carlo Maria Baranzini.
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Matteo spiega come gli è venuta idea: «Abbiamo preso il punto di vista di un cane, cioè di un soggetto non interessato alle vicende umane. Abbiamo peró realizzato un secondo episodio ispirati da Aldo Lado, maestro dell'horror degli anni settanta che abita ad Angera. Questo episodio é più legato al territorio cioè dedicato alla nostra città, ma sempre dal punto di vista di un cane».
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Francesco, regista e addetto alla fotografia, spiega come si fa a realizzare il punto di vista di un cane: «Ho cercato nel web e ho trovato un videoclip dei Naughty Boy che mi ispirava molto. Poi ho cercato di capire quali movimenti fare e soprattutto capire con quale tecnica girare ad altezza-cane. Come obiettivo ho utilizzato un grandangolo».