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Cazzago Brabbia
Il 141Tour sarà qui sabato 26 settembre






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Entriamo un salto nella Storica Trattoria della Rosa un tempo "la Bagin". Chiaramente dedicata al lago
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I piatti tipici vanno dalla polenta, ai funghi, alla selvaggina: "Purtroppo non riusciamo più a fare tanto pesce di lago perché non c'è possibilità di acquistarlo dato che non esistono cooperative che vendono. Su prenotazione lo cuciniamo ma lo prendiamo dalle acquiculture del Maggiore o del Trasimeno"
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Passiamo davanti al b&b gestito da Betty e Chicco Colomb
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Arrivo alle Ghiacciaie che ospitano una mostra d'arte
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I curatori della mostra Mauro Zanetti e Amerigo Giorgetti
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La Mostra è una rivisitazione di un allestimento fatto nel 1985 al Chiostro di Voltorre curata ai tempi da Alba Bernard, colei che rilevò il Lago di Varese ai suoi abitanti dando inizio agli studi storici successivi.
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La Mostra ha al centro una mappa dei laghi del 1650, in questa mappa si crea il concetto di laghi varesini -
Ha due linee di lettura: da parte il lago come caccia e dall'altra il lago come pesca. Ci sono foto ma anche documenti che danno una prospettiva storica -
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Una sezione contiene foto di un passato recente: 4 foto dell'archivio di Zanetti. Uno scatto di Gavirate del 1953, un pescatore negli anni '70 uno degli anni'50 e poi uno scatto dello scorso anno
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Questa è la terza e ultima parte di una mostra che ha avuto una prima tappa con il
Lago turistico che proponeva una collezione fotografica dedicata a dame e gentiluomini sul lago; la seconda dedicata a scorci panoramici con citazioni letterarie di scrittori e poeti ma anche scatti del lago visto dall'alto -
Questa è la ghiacciaia dove si conservavano i pezzi di ghiaccio estratti dal lago. Trattati e conservati per durare il più a lungo possibile
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Questo affresco é l'ultimo residuo della chiesa settecentesca che poi è stata sviluppata negli anni recenti. La chiesa è stata consacrata lo scorso anno perché non c'è traccia di consacrazione passata.
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Questo è un luogo storico dove si ritrovavano i pescatori. Qui ci sono le vasche di conservazione ma anche la "caldar" dove coloravano le reti per renderle invisibili ( ai tempi non c'era il nylon) . Per tingerle usavano la buccia delle castagne ricca di tannino
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Questa era il lago di piazza dove si radunava la popolazione che viveva di lago. I bambini crescevano con le tradizioni anche se solo il primo figlio maschio continuava la professione e riceveva il "barchet" dal nonno che si ritirava
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Questo era il forno dove si bollivano le acque per colorare le reti
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È questo è il Rierun la grande rete per la pesca collettiva, una rete lunga circa 150 metri
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Il Negus e Betty Colombo che questa sera alle 19 racconterà la storia dei pescatori all'isolino Virginia
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Ecco le vasche che contengono ancora qualche pesce
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Il Negus é la memoria storica della tradizione dei pescatori del lago. Discenda da una famiglia di pescatori : "Nel 1921 è stata costituita la cooperativa che ha comprato i diritti di pesca dal Marchese Ponti . Ogni pescatore consegnava il proprio pescato alla cooperativa che scalava il debito contratto per poter gettare le reti ".
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Questo è un documento storico: il libretto risale al periodo antecedente la cooperativa. Ogni pescatore "assunto" aveva il libretto dove segnava quanto e cosa aveva pescato
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Questa è la sede della cooperativa pescatori che oggi conta 4 soci
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Pesce pescato, sfilettato e preso direttamente in riva al lago. Dalle 11 del mattino il Negus ha sempre qualcosa da dare...
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E questo é il bar al lago "la Darsena" che offre anche i servizi pubblici
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Roberto Vigoni, con il figlio Fabio, gestisce questo punto ristoro direttamente sulla sponda
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Tra un mese sarà attivo un impianto di fitodepurazione
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E qui inizieranno a breve i lavori di realizzazione del pontile per l'attracco di canoe e, possibilmente, di un battello di collegamento con l'isolino
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È un lavatoio tutto chiuso con la doppia vasca per insaponare e per sciacquare